Lettera aperta di Bandinu. La posizione di Repùblica

Una comunità coesa vince qualsiasi ingiustizia. Ce lo insegna dal 1969 la mobilitazione di Pratobello: volti e corpi contro armi ed esercito. Ce lo insegna con i suoi studi il professor Bachis Bandinu, uno dei padri culturali della Sardegna contemporanea. E non è un caso che proprio da parte sua arrivi questa proposta, fatta di visione globale e responsabilità nazionale sarda, che, anche solo per il fatto di essere stata formulata, costituisce già un elemento di coesione popolare delle sarde e dei sardi.

Le donne e gli uomini di Repùblica sono strutturalmente interni a questa visione e a questo approccio e non possono far altro che appoggiarla e sostenerla. Ma sono consci delle difficoltà del caso e degli interessi in ballo.
Se l’unità dei comitati e di tutti coloro che si oppongono all’assalto è utile e auspicabile, appare molto difficile riuscire anche solo ad immaginare qualche tipo di unità con la classe politica autonomista, sia di centrosinistra sia di centrodestra, strutturalmente impossibilitata ad agire nell’interesse del popolo sardo. Dal nostro punto di vista invece sarebbe cruciale il ruolo di realtà come Corona de Logu, l’assemblea degli amministratori indipendentisti.

Auspichiamo che questa iniziativa, come tutte le altre preziose battaglie nonviolente contro la speculazione energetica, possa effettivamente servire per la creazione della citata “Assemblea Costituente del popolo sardo” che per noi porta necessariamente con sé il risveglio della coscienza nazionale dei sardi e la formazione di un governo da parte di forze politiche e classe dirigente che lavora per l’interesse della nazione sarda.
D’altronde la vertenza sull’assalto energetico è l’ennesima prova del nove: gli interessi dello Stato italiano non coincidono mai con quelli della nazione sarda.

Lettera aperta di Bachisio Bandinu

PROPOSTA DI UN INCONTRO DIBATTITO

Forse per la prima volta, nella storia della Sardegna, si sta formando una presa di coscienza a forte diffusione popolare contro quella che può essere definita la più grave servitù che la nostra Terra si appresta a subire. Da qualche anno a questa parte si assiste infatti a una crescente mobilitazione popolare contro la speculazione sulle fonti rinnovabili, che minaccia l’identità ambientale e l’auspicabile prospettiva di un autonomo modello di sviluppo economico e sociale che generi salute e benessere diffusi.

In questo quadro positivo di coscienza, intenti e proposte (tutte utili e valide) si stanno insinuando e si stanno diffondendo motivi di conflittualità e di lacerazione tra gruppi, tra comitati, tra associazioni. E un fenomeno estremamente pericoloso, e purtroppo anche un retaggio storico che divide, crea sospetti, lancia accuse, inventa complotti. Produce le tifoserie. L’energia positiva si scarica a massa, si disperde e si consuma in contrapposizioni laceranti.

Occorre sanare il conflitto. In questa prospettiva può essere utile un incontro di tutte le componenti, per fortuna numerose e appassionate, per svelenire le polemiche, ma soprattutto ricomporre l’unità di intenti verso l’obiettivo comune.

Si tratta di consolidare, rinforzare e arricchire attraverso un momento di dibattito che valuti tutte le risposte, le proposte, gli interventi, gli obiettivi, che ci permettano di contrapporre allo Stato le ragioni, i diritti e le necessità vitali del Popolo sardo.

Ciascun gruppo, ciascuna associazione, ciascun comitato, ciascuna singola persona, mette sul tavolo tutte le carte da giocare, per impostare un piano di difesa e di attacco delle ragioni più valide a profitto del Popolo sardo. Così si definisce il quadro di saperi giuridici, politici, sociali, culturali che si rifanno ad articoli della Costituzione italiana e dello Statuto sardo, alla legge urbanistica, alla estensione del Piano paesaggistico e altro.

Fondamentale il ruolo dell’Anci che rappresenta più ampiamente le comunità locali. Del tutto necessaria la presenza della Giunta regionale, per chiarire le decisioni prese e da prendere, ma soprattutto per intendere, in senso più decisamente politico, la volontà del Popolo sardo.

Nessuna primogenitura e nessun atteggiamento da verità in tasca: questa è una battaglia che si può vincere soltanto uniti, con un complesso di strumenti e un inedito esercizio dell’intelligenza collettiva. Pertanto l’incontro-dibattito che si propone, proprio perché è in gioco il futuro della Sardegna, acquista il valore e il significato di una embrionale Assemblea Costituente: un incontro di conoscenze e di passione per fare comunità e scrivere il nostro futuro, come poche volte nella Storia abbiamo fatto.

La battaglia giuridica e politica con Roma non è affatto facile, anzi incontrerà difficoltà enormi, perché nel contenzioso tra Stato e Regione, la Consulta dà quasi sempre ragione allo Stato.

Un motivo in più per essere uniti.

Se c’è un consenso diffuso, l’incontro-dibattito si può mettere in atto, se si ritiene superfluo e inutile, valga almeno il proposito di conciliazione: disarmati tra di noi, armati contro il comune nemico.

Grazie Bachisio Bandinu”

Speciale energiaManifestazione di Cagliari